Se avete letto le pagine del Diario (se non l'avete fatto, iniziate cliccando
qui) sapete quanto ho apprezzato il tour di Alcatraz:
le foto che seguono vi consentiranno di raggiungere l'isola e di entrare nella prigione! Riconoscerete i luoghi che ho descritto e troverete anche qualcosa di nuovo. Vi lascio con una curiosità e una domanda: l'isola deve il proprio nome agli uccelli marini che un tempo la popolavano e che ancora oggi sono numerosi, quanti uccelli riuscite a contare nelle foto che seguono?
Cliccate su una foto per ingrandirla, poi potrete utilizzare i tasti direzionali della tastiera per scorrerle: buona visione!
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Pier 33, il molo da cui ha inizio il viaggio |
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L'inconfondibile profilo di Alcatraz |
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Sono le 9:00 e il Golden Gate Bridge è già avvolto dalla nebbia |
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Il grosso edificio chiaro, dietro il piccolo molo, è il Building 64, la residenza
delle famiglie dei militari |
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Lo skyline di San Francisco avvolto nella nebbia: sulla sinistra, il Bay Bridge |
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La scritta Indians welcome fa riferimento all'occupazione dell'isola da parte degli
indiani d'America avvenuta nel 1969 |
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La Social hall, uno degli edifici più in rovina, bruciato dagli indiani durante
l'occupazione dell'isola |
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Il Main cellhouse, l'edificio in cui è situato il carcere |
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L'inizio del audiotour, Michigan Avenue |
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Le prime celle che incontriamo sono spoglie |
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Broadway, il corridoio centrale della prigione |
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Le celle hanno una dimensione di 1,5 metri per 3 |
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L'aspetto di una cella in attesa di ricevere il suo ospite |
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Il cortile dei prigionieri, il Recreation yard |
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Dal cortile la vista raggiunge le città costiere oltre il mare |
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I segni del passare del tempo: la prigione è chiusa da 50 anni |
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Blocco D, una cella d'isolamento: più grande, ma anche più fredda e buia |
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I più famosi detenuti del carcere, tra cui Al Capone, gangster di origini italiane,
condannato per evasione fiscale |
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L'interno di una cella d'isolamento, spogliata di tutto |
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Il pannello narra la battaglia di Alcatraz, la più grande rivolta avvenuta
nella prigione |
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Sul pavimento, i segni del conflitto a fuoco della battaglia di Alcatraz |
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Una cella così come doveva apparire quando il carcere era attivo: qualche effetto
personale e i lavori del detenuto |
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La scatoletta attaccata al muro consentiva al detenuto di ascoltare i due canali
radio diffusi nella prigione |
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Queste celle sono in forte contrasto con le prime spoglie e fredde, la presenza di
giochi e passatempi disorienta ma al tempo stesso ricorda che qui dentro ci viveva qualcuno |
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Coltivare un hobby come ad esempio la pittura era uno dei privilegi che
i detenuti dovevano guadagnarsi |
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Gli uffici amministrativi: da qui si aveva il controllo sul carcere |
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Fotoricordo: le guardie al lavoro |
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La città vista dal cortile dell'edificio amministrativo, sulla sinistra il faro dell'isola |
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I quattro uomini che si succedettero alla direzione del carcere dal 1934 al 1963 |
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Il racconto della grande evasione da Alcatraz del 1962 |
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Uno dei manichino che ingannò le guardie ritardando l'inizio della ricerca degli evasi,
mai più ritrovati |
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Il buco nel muro utilizzato per la fuga da Alcatraz: la griglia del condotto d'areazione fu
rimossa spaccando il muro stesso con l'utilizzo di un semplice cucchiaio rubato dalla mensa |
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La sala mensa: sul soffitto è possibile notare la presenza delle bombole di gas lacrimogeno
che sarebbe stato usato in caso di emergenze |
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La cucina: erano gli stessi detenuti a lavorarvi |
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Particolare attenzione era prestata affinchè nessuno sottraesse oggetti potenzialmente pericolosi |
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Il menù dell'ultima colazione servita nella prigione: era il 21 marzo 1963, il giorno
della chiusura del carcere |
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Alcatraz non è stato nulla di buono per nessuno, queste le parole dell'ultimo
detenuto a lasciare la prigione |
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I tre evasi del 1962 e le teste finte che lasciarono nei propri letti |
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La visita è volta al termine, si torna sulla terraferma |
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Durante il viaggio di ritorno finalmente le nuvole si aprono, svelando l'azzurro del cielo |
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Ritorno al Pier 33, sulla destra la Coit Tower |
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